Nella puntata di sabato 3 ottobre 2020 di Verissimo, in studio con Silvia Toffanin abbiamo visto anche Gabriel Garko. L’attore ha parlato in maniera molto più approfondita quello che aveva anticipato al Grande Fratello Vip 5, ovvero il fatto di essere omosessuale. Ha raccontato delle sue finte relazioni con Adua Del Vesco ed Eva Grimaldi, ma non solo. Ha anche fatto il nome di un ragazzo con il quale ha avuto una relazione per ben 11 anni, anche se lontano dagli occhi del pubblico e spesso dei suoi amici.

Tra le tante cose dette, la celebrità ha scelto di parlare anche di un sistema che lo avrebbe intrappolato in un gioco nel quale si sarebbe dovuto fingere eterosessuale per poter lavorare. Ecco, infatti, le sue parole riportate anche dal sito Biccy:

Ho avuto relazioni costruite perché è il sistema che lo ha imposto. Se io fossi stato me stesso dall’inizio probabilmente non avrei interpretato i personaggi che ho interpretato. Imposizione che ho preso come gioco e giocando mi sono ritrovato in una macchina che mi ha incastrato e l’ho mantenuto consapevole del fatto di non aver mai fatto un torto a nessuno se non a me stesso.

Gabriel Garko, proseguendo con la conversazione, ha poi aggiunto che la storia con Adua Del Vesco è sempre stata falsa e che scegliendo di fare questo tipo di lavoro è stato costretto a scendere a compromessi. In Italia, infatti, un attore che si dichiara omosessuale, come dice anche lui, ha molte più difficoltà ad avere successo:

La mia storia con Adua Del Vesco? Io e lei non ci vedevamo mai erano solo foto nei giornali, in quel momento non volevo in assoluto farlo, ma stavo giocando ad un gioco più grande di me e mi sono scottato. Ho scelto di fare questo tipo di vita perché volevo fare questo lavoro. Un attore vince un Oscar perché è etero e interpreta un gay, ma un gay non può interpretare un etero.

Infine, Gabriel Garko, ha concluso dicendo che dopo aver fatto coming out aveva molta paura della reazione delle persone. Per fortuna, però, i suoi fan hanno continuato ad amarlo e apprezzarlo per quello che è, senza essersi sentiti presi in giro da una bugia detta per la paura di perdere il proprio lavoro:

Mi è stato insegnato che se avessi detto il mio orientamento non avrei più lavorato. Dopo il coming out non volevo uscire di casa, ma ho scoperto che il pubblico mi vuole tutt’ora un gran bene, mi apprezza per quello che sono. […] Ci sono tantissimi lavori in cui la gente è costretta a nascondersi sul lavoro, è un peccato perché siamo nel 2020.

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