Nel corso della puntata de “Le Iene”, Sangiovanni si è confessato aprendo il suo cuore a 360 gradi ai telespettatori di Italia 1. Cosa ha detto? In particolare il cantautore, secondo classificato alla scorsa edizione di Amici alle spalle della ballerina Giulia Stabile, ha parlato della psicoterapia che ha seguito e inoltre, ha voluto raccontare parte di sé in un lungo monologo. Ecco quali sono state le sue parole.

Sangiovanni e il monologo a “Le Iene”

Sangiovanni mercoledì sera è stato protagonista di un intenso monologo a “Le Iene” su Italia 1 in cui ha emozionato i telespettatori. Ha deciso di squarciare il sipario ed ha aperto il suo cuore nel raccontare i motivi che l’hanno spinto a iniziare la carriera musicale. Infatti, il cantautore ha spiegato che la musica che è stata un po’ la sua terapia, una sorta di mondo dove rifugiarsi. Grazie alla musica dice di essere riuscito a dare voce ai suoi pensieri, quando intorno a lui nessuno voleva ascoltarlo o imparare a comprenderlo. Le sue parole sono state molto forti. Eccole:

Ho iniziato a fare musica perché nessuno voleva ascoltarmi. Parlavo e nessuno capiva. Così
ho iniziato a mettere in musica i miei pensieri. È stata la mia prima terapia: finalmente avevo
qualcuno con cui dialogare, una voce che mi chiamava anche nel cuore della notte, che mi
faceva battere il cuore, un orecchio a cui confidare ansie, problemi e paranoie, che
improvvisamente svanivano.

Secondo quanto dichiarato, la musica ha teso a Sangiovanni quella mano che nessuno è stato capace di tendergli e gli ha dato lo spunto per stare meglio. Quando è arrivato il successo poi, le ansie sembravano svanite:

Ho chiesto aiuto alla musica e lei mi ha teso una mano. Mi ha permesso di volare. Poi è
arrivato il successo. È stato tutto enorme, anche le aspettative. Ansie, problemi e paranoie
che la musica faceva svanire sono tornate. La soluzione era diventata il problema.
Ovviamente mi è crollato il mondo addosso. Mi ha fatto cadere. E un’altra volta ho dovuto
chiedere aiuto, e cercare qualcuno che mi tendesse una mano.

La terapia

L’ex allievo di Amici ha spiegato nel corso del suo monologo a “Le Iene” che ad un certo punto ha sentito il bisogno di andare in terapia, aveva bisogno di uno specialista, una persona con cui aprirsi senza sentirsi giudicato. Inizialmente si sentiva a disagio per questa decisione ma poi ha smesso di vergognarsene:

Sono andato in terapia. Ho pagato qualcuno per ascoltarmi. Non una madre, un padre o una
fidanzata, ma qualcuno a cui puoi dir tutto senza il rischio di ferirlo, che non ti giudica, che
sta lì per aiutarti a stare bene. Raccontarsi non è facile. Può essere doloroso. Ma la terapia è
come la palestra: devi farla spesso e sentire la fatica, il sudore, i muscoli indolenziti. Sono
sceso sul mio fondo e ho accettato la sofferenza che mi ci ha portato. E, anche se sono un
privilegiato, so che ci saranno comunque momenti in cui soffrirò. Ma ho smesso di
vergognarmene perché ho capito che in ogni forma di dolore c’è sempre una forma di
dignità. A volte mi sento forte, più spesso non mi sento in grado, ma quando succede ho imparato
che posso chiedere aiuto e che qualcuno mi tenderà una mano. Chiedere aiuto non è una debolezza ma una forza. Fatelo, per tornare a volare.