La storia dell’ambulanza della morte ha origine a Catania e tratta le vicende di due barellieri che, nel trasportare dall’ospedale a casa alcuni pazienti in fin di vita, hanno commesso crimini spietati. Il servizio è stato lanciato per la prima volta da Le Iene nell’anno 2017.

A distanza di diversi anni, però, giustizia è stata fatta, almeno in parte. Uno dei due barellieri, infatti, Davide Garofalo, è stato condannato all’ergastolo. Vediamo nel dettaglio quali sono le dinamiche celate dietro questa spietata truffa da parte dei due criminali.

Il primo servizio de Le Iene sull’ambulanza della morte

Davide Garofalo è stato condannato all’ergastolo per aver ucciso alcuni pazienti in fin di vita nel tragitto in ambulanza dall’ospedale alla casa. La vicenda è divenuta famosa con l’appellativo “Ambulanza della morte” oppure “Ambulanza dell’orrore”, in quanto in tale luogo si sono verificati dei crimini terribili. Nel 2017, l’inviata de Le Iene Roberta Rei, diede luogo ad un servizio volto a trattare la vicenda.

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Da quel momento in poi sono partite le indagini e solo di recente si è arrivati ad un punto di svolta. Stando a quanto emerso da tale servizio del programma di Italia 1 pare che a Catania, tra il 2012 e il 2017 si siano consumati centinaia di omicidi su tali macabre ambulanze. Nello specifico, i due barellieri, Davide Garofalo e Agatino Scalisi erano soliti caricare sulla vettura i malati terminali per condurli dalle strutture sanitarie alle proprie abitazioni.

I fatti e la condanna

Durante tali tragitti, però, i due malintenzionati pare fossero soliti uccidere i pazienti iniettando loro dell’aria nel sangue. Considerando i quadri clinici già ampiamente compromessi delle persone trasportate, nessuno si stupiva più di tanto del decesso.  Talvolta, poi, gli omicidi sono stati compiuti anche mediante l’ausilio di cuscini atti a soffocare le povere vittime. I motivi celati dietro questa macabra pratica sono sempre stati il denaro e le associazioni mafiose.

Trasportando un morto, infatti, i due barellieri avrebbero guadagnato circa 300 euro, invece dei soliti 20 o 30 canonici. Inoltre, stando alla ricostruzione dei fatti riportata da alcuni testimoni, pare che i due protagonisti fossero soliti contattare alcune agenzie funebri, con le quali erano accordati, per organizzare tutto il funerale. Naturalmente, da questa collaborazione entrambi ci guadagnavano del denaro. L’agghiacciante storia dell‘ambulanza della morte, però, pare sia finalmente terminata. Uno dei due barellieri, infatti, è stato condannato all’ergastolo.