Raffaele Sollecito è stato ospite a Mattino 5 per raccontare la sua verità dopo l’assoluzione ottenuta nel marzo 2015 dalla Suprema Corte per l’omicidio della studentessa universitaria Meredith Kercher, avvenuto 8 anni prima e per il quale è stato condannato l’ivoriano Rudy Guede. Ospiti dell’appuntamento quotidiano condotto da Federica Panicucci e Francesco Vecchi anche Carmelo Abbate, Candida Morvillo, Enrico Silvestrin e Alessandro Cecchi Paone: in studio è stata subito data la parola a Sollecito, che ha denunciato la situazione in cui è costretto a vivere nonostante siano trascorsi ormai più di cinque anni dall’assoluzione definitiva, dichiarazioni le sue che invitano a una riflessione più profonda come ha suggerito il giornalista e scrittore Abbate.

Il duro sfogo di Raffaele Sollecito

Il giovane è intervenuto per raccontare quella che oggi è la sua vita, aggiungendo altri dettagli inediti sulle esperienze lavorative pregresse condizionate dal caso mediatico che lo ha visto come protagonista in negativo insieme ad Amanda Knox. Ecco un passaggio della sua intervista a Mattino 5:

Purtroppo è una ferita piuttosto aperta, perché comunque le circostanze di vita pseudo-quotidiana, soprattutto quando conosco nuove persone, mi portano comunque a rispiegare cosa mi è successo, perché poi sono cose un po’ distanti nel tempo. Nella mia vita oggi c’è questa spada di Damocle: molte delle spese sono state pagate dalle proprietà che mi ha lasciato mia madre che oggi non c’è più, ormai da quando avevo 22 anni; mi fa abbastanza male che per una cosa che non ho fatto, di cui sono totalmente innocente, debba fare le spese a memoria di mia madre che non c’è più.

Sollecito ha poi proseguito nel suo sfogo:

Oltre a questo c’è anche la spada di Damocle di tutto quello che c’è ancora da pagare (1,2 milioni di euro, ndr). Io non sono uno che demorde facilmente, infatti mi sono laureato, sono un ingegnere, lavoro come ingegnere informatico, ma durante il mio percorso ho trovato anche degli ostacoli, come grosse aziende che mi hanno valutato e mi hanno fatto fare dei test […]. Un’azienda mi ha inviato una lettera dicendomi che non avrebbe saputo gestire il mio clamore mediatico e la mia associazione tra il mio e il loro nome, nel momento in cui entrassi a far parte del team dell’azienda. E un’altra azienda addirittura dopo pochi giorni, siccome mi aveva già pagato una trasferta in Francia, mi ha proposto dei soldi – 4 mila euro – sull’unghia se io avessi firmato le mie dimissioni volontarie.

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Qui sotto invece potete vedere il video con le reazioni degli ospiti, tra cui lo scontro verbale tra il giornalista Carmelo Abbate (strenuo difensore di Sollecito) e Alessandro Cecchi Paone.

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