La lunga attesa è finalmente terminata. A partire dalla mezzanotte del 1° Febbraio, è stata rilasciata, su RaiPlay, la prima parte della terza stagione di Mare Fuori. I sei episodi disponibili riflettono perfettamente lo spirito a cui gli spettatori sono stati abituati. La lotta interiore dei personaggi viene enfatizzata in ogni singolo aspetto. Il desiderio di una nuova vita non fa altro che scontrarsi con il bisogno di appartenenza.

Mare Fuori 3, la lotta costante tra l’amore e il bisogno di vendetta

Ciro Ricci (Giacomo Giorgio) è morto alla fine della prima stagione di Mare Fuori. Le conseguenze del suo omicidio, però, continuano a travolgere la vita dei personaggi anche nei nuovi episodi. Il filo conduttore è il desiderio di vendetta. Rosa Ricci (Maria Esposito) non è in grado di lasciarsi tutto alle spalle. È cresciuta a stretto contatto con la criminalità e questo è l’unico modo di vivere che conosce. Carmine Di Salvo (Massimiliano Caiazzo) prende una decisione diversa: non identificarsi con il nome che porta. Subisce una netta evoluzione, però, il suo percorso lo porta anche a compiere delle azioni discutibili che faranno sorgere nuove domande.

Filippo Ferrari (Nicolas Maupas) e Naditza (Valentina Romani) sono in fuga. La necessità di fare la scelta giusta si scontra con l’amore a lungo sognato. Si tratta di una libertà apparente, caratterizzata da compromessi e precarietà. Il ragazzo è considerato un latitante e, per questo, nonostante abbia a disposizione un mondo intero in cui nascondersi, non potrà varcare le porte di un futuro sicuro.

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La luce dietro all’oscurità: le sfaccettature dei personaggi

Il lato oscuro è largamente presente nei primi sei episodi della terza stagione di Mare Fuori. I personaggi, però, non possono essere categorizzati in buoni e cattivi. La serie tv ha compiuto un netto salto di qualità nella caratterizzazione. Si riesce a empatizzare anche con gli antagonisti. I motivi che stanno dietro alle azioni di Edoardo Conte (Matteo Paolillo) sono facilmente comprensibili. Sta dalla parte del torno e frequenta persone che, proprio come lui, hanno scelto la strada dell’ombra. Da tutto questo si possono trarre numerosi spunti di riflessione.

Gli adulti, con un ruolo più secondario rispetto alle stagioni precedenti, sembrano non riuscire a realizzare l’intento del loro lavoro. Il bisogno di salvare i ragazzi rimane in sospeso. Ogni tentativo, seppur ben studiato, non riesce a penetrare le barriere innalzate dai giovani protagonisti.

La struttura della serie tv, basata su continui ritorni al passato, non annoia mai. Ad ogni scena, riesce a fornire nuovi dettagli. I colpi di scena, anche se non così plateali, sono in grado di creare la giusta suspense.

Per concludere, si può affermare che, ancora una volta, il team di sviluppo e il cast non hanno deluso le aspettative. Se anche la seconda parte della terza stagione manterrà questa linea, il successo sarà assicurato.