Report, la Corte dei Conti avvia un’istruttoria sulle spese del programma Rai. Ogni conto sul budget totale verrà posto sotto esame. Dopo le dichiarazioni rilasciate dall’attuale conduttore Sigfrido Ranucci in un video registrato nel 2014 a sua insaputa, l’intero programma finisce nel mirino. Gli inquirenti cercando prove su eventuali fatturazioni fittizie, quelle di cui il giornalista parlava nel filmato che gli è stato fatto senza che se ne rendesse conto. A metterlo in luce era stato Il Riformista poco tempo fa. Ma cosa mostra il video? Cosa rischia ora il giornalista d’inchiesta?

Il video di Ranucci

Il video in cui il conduttore di Report parla delle fatturazioni fittizie è stato fatto senza che il giornalista ne sapesse nulla. Nelle immagini si vede Ranucci discutere con due persone dell’acquisto di un video sull’ex sindaco di Verona, Flavio Tosi. In quel video si vede il conduttore che dice:

Per quello che riguarda il compenso, ho portato dei moduli che vanno riempiti. Ovviamente non dovete mettere i nomi vostri. Dovete trovare delle persone o società che ci vendono del materiale grezzo. Paga la Rai.

Almeno, questo è quanto riporta Il Riformista.

L’inchiesta su Report

Dopo la pubblicazione del video, la Corte dei Conti ha avviato un’indagine vera e propria sulle fatture e i conti spesa del programma. In caso di anomalie, le indagini contabili potrebbero portare a un’indagine vera e propria, con accusa anche abbastanza gravi se si pensa che quelli della Rai sono fondi pubblici. Intanto, a fronte delle notizie circolate, Luca Tirapelle, l’avvocato di Sigfrido Ranucci ha pubblicato una nota stampa:

Le fatturazioni fittizie da parte di Ranucci non sono state mai fatte, né vere né finte. Ranucci, in quell’incontro al ristorante con chi lo ha filmato a sua insaputa, ha bluffato per verificare l’esistenza o meno del video hard con il quale Tosi poteva essere eventualmente ricattato. Ranucci ha bluffato anche quando ha assicurato agli interlocutori di avere entrature nei Ros e persino nei servizi segreti. E la stessa sentenza del dicembre 2019, che ha definito la vicenda, ha escluso attività di dossieraggio o di compravendita di materiale di inchiesta da parte dalla Rai, evidenziando come Ranucci abbia millantato la possibilità di fare fatture fittizie o di chiedere l’intervento di un suo amico dei Ros solo allo scopo di raccogliere prove necessarie all’inchiesta.

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Intanto, il presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, Alberto Barachini, ha inviato una missiva alla Rai per chiedere aggiornamenti costanti sul caso Report.