Drusilla Foer era la co – conduttrice di Sanremo 2022 di cui tutti avevamo bisogno. Lontana dallo stereotipo della donna valletta, ha dominato la kermesse, diventando ospite e conduttrice, comica e cantante e ipnotizzando tutti.

Dopo la favoletta contro la transfobia di Zalone ieri, intrisa di stereotipi e volgarità gratuite, Drusilla Foer ha riportato sul palcoscenico un’ironia sagace ed elegante che sa far rider insegnando.

L’arrivo di Drusilla Foer a Sanremo 2022

Il suo arrivo è degno di una vera diva. Arriva, canta e quando Amedeus prova ad interromperla lei gli risponde che non ha nessuna intenzione di fargli da valletta apostrofandolo con “Senta coso, come si chiama? Amedeo“.

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Fin dall’incipit si capisce subito quale sarà il tenore di questa co – conduttrice e Twitter impazzisce. Resta in tendenza per tutta la sera e ancor oggi lo è. Il pubblico è letteralmente entusiasta, la chiama già “mito”.

La battuta sul travestitismo

Drusilla Foer è un personaggio creato dal brillante artista Gianluca Gori, creata ad hoc in teatro che ha avuto un grandissimo successo durante il lockdown. Le tematiche LGBTQIA+ non sono il tema portante della sua maschera, ma quando è stata chiamata a Sanremo sono piovute le polemiche per “un uomo travestito da donna che presenta il Festival musicale più importante d’Italia”. Così la divina che fa? Sceglie di smontare tutto ciò, ma non reiterando lo schema come Checco Zalone. Lei irride con intelligenza. Eccola arrivare sul palco travestita da Zorro. Amadeus le chiede come mai avesse indossato quelle vesti e lei con grande ironia risponde:

Per tranquillizzare tutti quelli che avevano paura, un uomo vestito da donna, un travestito, sicché mi sono travestita!”

La commozione di Michele Bravi

Il cantante Michele Bravi salito sul palco dell’Ariston per la sua esibizione canora non riesce ad esimersi da mostrarle tutta la sua stima ed è l’unico momento in cui un po’ vediamo cadere la maschera di questa figura teatrale che assomiglia a Miranda Priestley del Diavolo veste Prada.

“Sono felicissimo che sei qua. La tua presenza racconta proprio la meritocrazia. Che bello!”

La gaffe di Iva Zanicchi

Invece è Iva Zanicchi a finire sotto la scure tranciante della conduttrice a causa della sua stessa caduta di stile. La cantante in gara con “Voglio amarti” si sta facendo notare più per le sue esternazioni che per la canzone che porta. Infatti, già il giorno prima aveva liquidato la co – conduttrice Lorena Cesarini con “carina che sei”.

Ieri invece ha provato a misurarsi con Drusilla Foer, perdendo peraltro. Le chiede quanto fosse alta, l’altra risponde “Parecchio più di te” e così l’Aquila di Ligonchio ha replicato:

“Ma hai parecchie cose più di me”. 

Però il personaggio creato da Gianluca Gori non perde mai l’aplomb e le risponde subito:

“Sì, sono colta, intelligente”. 

Twitter impazzisce e proclama Drusilla Foer vincitrice di Sanremo, tutti apprezzano lo stile con cui ha saputo rispondere ad una frase particolarmente allusiva e offensiva, anche Selvaggia Lucarelli.

Il monologo finale

Anche per lei arriva il momento del monologo conclusivo, la summae della sua presenza al Festival e lo fa con la stessa cifra stilistica con cui ha brillato sul palcoscenico:

“Non voglio ammorbarvi a quest’ora con parole sulla fluidità, sull’integrazione, sulla diversità. Diversità non mi piace perché ha in sé qualcosa di comparativo e una distanza che proprio non mi convince. Quando la verbalizzo sento sempre di tradire qualcosa che penso o sento. Le parole sono come le amanti quando non si amano più vanno cambiate subito. Un termine in sostituzione potrebbe essere unicità, perché tutti noi siamo capaci di coglierla nell’altro e pensiamo di esserlo”.

La conduttrice continua senza esagerazioni, con garbo ed eleganza, quella che l’ha contraddistinta per tutta la serata:

“Per niente, perché per comprendere la propria unicità è necessario capire di cosa è composta, di cosa siamo fatti. Di cose belle: le ambizioni,  i valori, le convinzioni, i talenti. Ma talenti e convinzioni devono essere curati. Non è facile entrare in contatto con la propria unicità ma un modo lo avrei: si prendono per mano tutte le cose che ci abitano e si portano in alto, si sollevano insieme a noi, nella purezza dell’aria, in un grande abbraccio innamorato e gridiamo: “che bellezza tutte queste cose sono io”. Sarà una ficata pazzesca e sarà bellissimo abbracciare la nostra unicità e a quel punto io credo che sarà più probabile aprirsi e uscire da questo stato di conflitto che ci allontana. Sono una persona molto fortunata a essere qui ma vi chiederei un altro regalo: date un senso alla mia presenza su questo palco e tentiamo il vero atto rivoluzionario, che è l’ascolto, di se stessi e degli altri”.

Dopo tanta bravura sarà difficile per chi la succederà reggere un tale livello di intelligenza, ironia, presenza scenica ed eleganza. Forse solo Sabrina Ferilli saprà, a suo modo, rendere meno noiosa la co – conduzione dopo Drusilla Foer.