Ieri sera, è andata in onda una nuova puntata de Le Iene. Come sempre, i numerosi servizi hanno lasciato spazio anche a ospiti d’eccezione. Tra questi, era presente Ermal Meta. Il cantante, nel corso degli anni, ha saputo conquistare il pubblico grazie alle doti artistiche e alla spiccata sensibilità. Nonostante abbia sempre cercato di essere trasparente e aperto, ha ancora molto da raccontare. Durante il suo monologo, infatti, ha deciso di spostare l’attenzione sulla storia di sua madre che, per dare un futuro alla famiglia, fuggì dall’Albania.

Le Iene, il monologo di Ermal Meta sorprende tutti: “Poteva accadere di tutto”

Il monologo di Ermal Meta ha commosso migliaia di cuori. I suoi fan erano a conoscenza della difficile infanzia infanzia vissuta dal cantante, però, fino a questo momento, i dettagli sulla vita della madre erano stati sempre molto pochi. L’artista, finalmente, ha deciso di offrire un quadro più ampio, fatto di paura, ma anche di tanta speranza.

Fatmira Borova, ancora residente nella sua terra di origine, tra la diffidenza generale, decise di credere alle parole di un uomo che le aveva prospettato un futuro terribile per l’Albania. La fuga le era stata prospettata come l’unica via di fuga possibile ma, a quei tempi, non si poteva semplicemente lasciare il Paese:

Quella donna non si fidava di nessuno. Un giorno per strada uno sconosciuto la avvicina e le dice che ha sentito delle cose, cose orribili che stanno per succederle. Lei si spaventa, ma gli crede. Del resto ad una donna senza marito, a quei tempi, poteva accadere di tutto. Lo sconosciuto le consiglia di andare via, ma lei non sa come fare.

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La generosità di quello sconosciuto le permise di entrare in possesso di un passaporto tedesco che si rivelò la sua ancora di salvezza:

Lui si offre di pagare di tasca sua un passaporto straniero, tedesco. Non vuole niente in cambio. Le chiede solo delle fototessere.

Grazie al documento, riuscì a raggiungere l’Italia e a sbarcare a Brindisi. Un ufficiale del posto tentò di bloccarla per rimandarla indietro, però, davanti alla foto dei suoi tre figli e al rischio di condannarli per sempre, decise di cambiare idea:

La donna piange cercando di non farsi vedere dagli altri. Poi dalla borsa, tira fuori una fotografia e gliela mette davanti: “Questi sono i miei tre figli. Se torno indietro non ci sarà un futuro per loro”. Lui indugia ancora, scrutandola, mentre la donna prega. Di colpo lui apre il passaporto e lo timbra prima di ridarglielo.

Ermal Meta difende il potere della gentilezza: “Salvarono quattro vite”

Ermal Meta non si è concentrato solo sulla storia di sua madre, ma ha voluto trasmettere un messaggio ben più profondo. Poco prima della fine del suo monologo, infatti, ha voluto sottolineare l’importanza della gentilezza. Si tratta di un gesto importantissimo che, in alcune circostanze, potrebbe anche salvare la vita a qualcuno. Fatmira Borova, e di conseguenza anche lui, ha avuto una seconda possibilità grazie alla solidarietà dello sconosciuto albanese e dell’ufficiale. Senza il loro atto d’amore, le cose, probabilmente, sarebbero andate in modo totalmente diverso:

Due atti di gentilezza salvarono quattro vite. Tra quelle vite c’era anche la mia. Siate gentili. Potreste salvare qualcuno.