In una recente intervista su ‘Pomeriggio Cinque’, Fabrizio e Tiziana, i genitori di Erika Preti, una donna assassinata dal suo ex fidanzato, Dimitri Fricano, hanno espresso la loro preoccupazione e angoscia a seguito di un incontro casuale con l’assassino nel centro della città di Biella. Il trentacinquenne, nonostante sia stato condannato a 30 anni di carcere, ha ottenuto il permesso di scontare la pena in casa a causa di presunti problemi di salute. Tuttavia, la situazione si è rivelata altamente critica dal momento che i genitori della vittima lo hanno incontrato in diversi luoghi pubblici, mettendo in dubbio le sue reali condizioni di salute. Le dichiarazioni di disperazione e rabbia dei genitori di Erika Preti sottolineano una serie di dubbi e incertezze riguardo alla giustizia e alla legge italiana.

L’incontro inaspettato con l’assassino di Erika Preti

Fabrizio e Tiziana, genitori di Erika Preti, raccontano a Pomeriggio Cinque di un incontro casuale con l’assassino della loro figlia, Dimitri Fricano. Tutto è accaduto la domenica prima di Natale. Secondo quanto riportato dai due genitori, nonostante l’uomo fosse ufficialmente a rischio vita e fosse stato rilasciato in detenzione domiciliare a causa delle sue presunte difficoltà a camminare, sembrava in grado di muoversi con una certa agilità.

È successo la domenica prima di Natale, io vado in un negozio dei cinesi, alla cassa i miei amici mi hanno detto “guarda chi c’è”. Mi sono girato, ho subito cambiato colore e mi sono innervosito. c’era il papà e lui che camminava con una stampella. Ricordiamo che è uscito dal carcere perché in carcere non poteva camminare. 

Il padre di Erika, Fabrizio, descrive l’incontro dicendo:

È entrato e io sono andato fuori. Ho telefonato a Tiziana che non riuscivo più parlare, loro sono usciti subito e l’ho visto salire da solo in macchina, camminava e tutto. Dicevano che ha bisogno di camminare su una sedia a rotelle, un’altra volta l’ho visto nella via centrale di Biella, via Italia, in carrozzella e il suo papà lo spingeva. Io devo ringraziare i miei amici perché non so come potrebbe finire. Io ho 60 anni, sono bravo, però non so quanto riesco ancora a fare bravo.»

Queste dichiarazioni mettono in luce l’incongruenza tra la condizione fisica decretata dalle autorità giudiziarie e quella osservata da Fabrizio.

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Le preoccupazioni e l’ansia

Tiziana, la madre di Erika, vive giornalmente con un forte senso di ansia: «Se voglio andare a Biella dalle 3:00 alle 6:00 del pomeriggio sono in ansia, non posso andare da sola, non ce la faccio». Infatti, anche lei ha avuto modo di incrociare l’assassino di sua figlia che, nonostante le sue condizioni di salute, riesce a condurre una vita apparentemente normale. «Questa cosa mi sta facendo andare fuori di testa, è una cosa che non mi dà pace», afferma Tiziana, sottolineando il forte disagio e la grave situazione emotiva in cui si trova a vivere a causa di questa situazione.

I genitori di Erika vivono con sgomento il insistente confronto con colui che ha ucciso la loro figlia. Questa situazione ha reso particolarmente difficile il loro quotidiano e ha creato un sospeso insopportabile che sembra non trovare risoluzione.