Marco Bellavia oggi 6 Ottobre, nella sesta puntata del Grande Fratello Vip 7, ha parlato in modo molto chiaro e netto ai vipponi. Non appena è iniziata la diretta, è stata letta la sua lettera piena di educazione, ma anche un atto d’accusa, contro i concorrenti e la stessa televisione che tutto consuma troppo in fretta. Del resto, anche in questa puntata abbiamo visto quanto tutto quello che è accaduto a Marco è stato spazzato via, da risate ed emozioni facili, per storie di cui ora, dopo quanto accaduto, ci importa poco e niente.

Marco Bellavia: il testo integrale della sua lettera

Educazione, rispetto e grandi valori, accompagnano la lettera di Marco Bellavia, che ritornerà in veste di ospite in studio nelle prossime puntate. Andrà anche nella casa per avere un faccia a faccia con gli altri concorrenti, ma di un suo ritorno in gara non se ne parla minimamente. Ecco il testo della commovente lettera dell’ex volto di Bim Bum Bam.

“Cari Alfonso, Orietta, Sonia, Giulia e cara Pamela, cari coinquilini. Ho guardato da casa la scorsa puntata e mi faceva una certa impressione guardarvi dall’esterno senza essere più con voi. Voi lì tutti agghindati pronti per la serata di gala e io a letto a leccarmi le ferite di giorni dolorosi, che ancora oggi faccio fatica a dimenticare. Mi scorrevano davanti agli occhi i vostri volti e i vostri sorrisi.

Forse eravate già pronti e lo capisco a voltare pagina e a dimenticare. Perché in televisione succede spesso così. Tutto si consuma in fretta e si cambia registro come niente. Però non è andata così. Mano a mano che i minuti passavano e Alfonso continuava il suo racconto i vostri volti sono cambiati. Si sono materializzati i casi di Ginevra e Ciacci, per la prima volta sono state utilizzate parole forti come branco, bullismo e si è parlato di indifferenza al dolore e incapacità di rispondere a una richiesta d’aiuto. Il mio dolore, la mia richiesta d’aiuto.

E ho capito, attraverso il vostro disagio, di essere riuscito in qualcosa di grande. Mettere a disposizione di chi ci guardava la mia esperienza di vita e debolezze. I miei stessi demoni. Volevo lanciare un messaggio, quello che solo insieme si può soffrire di meno, condividendo un messaggio possiamo rendere un dolore meno pesante e insopportabile. Di fronte alle immagini che lunedì sera scorrevano davanti ai vostri occhi alcuni di voi erano imbarazzati, altri indifferenti, alcuni pietrificati dal dolore.

Vi siete accorti d’un tratto di quello che avevo provato e di quello che era successo e che alcuni di voi avevano fatto. Un pugno nello stomaco. Tranquilli, non giudico nessuno. I giudizi aspettano solo a Dio e alle nostre coscienze. Però presto ritornerò a guardarvi negli occhi, per un confronto sereno che aiuti a costruire e a completare il messaggio che volevo lanciare. Non c’è bisogno di fuggire dalla Casa come qualcuno ha fatto e di rimanere come se nulla fosse successo, come qualcuno di voi continua a fare. C’è bisogno di dialogare, di condividere. Se poi guardandoci negli occhi qualcuno li abbasserà, non sarà colpa mia. Vi abbraccio. Marco”.