L’ultima edizione del Grande Fratello Vip 6 è quasi conclusa. Lunedì verrà decretato il vincitore o la vincitrice della sesta edizione del reality di Canale 5 ed è ormai tempo di tirar le somme. Chi meglio di Alfonso Signorini può farlo? Il conduttore che ha accompagnato i vipponi in quest’avventura racconta cosa pensa veramente di loro e di questa discussissima sesta stagione.

Alfonso Signorini giustifica i concorrenti del Grande Fratello Vip 6

Il conduttore del reality ha rilasciato una lunga intervista al giornalista Renato Franco per Il Corriere della sera, nella quale si è aperto anche riguardo le questioni più spinose di quest’edizione. Infatti su tutta la polemica delle frasi razziste o pseudo tali pronunciate da alcuni vipponi, Signorini giustifica così:

“La stupidità è una cosa, il preconcetto è un’altra. A un certo punto la situazione era sfuggita di mano e mi sono sentito in dovere di parlare a tutti e dargli un consiglio: uscite piuttosto che dare il peggio di voi come state facendo, vi fate del male da soli”. Quest’anno alcune espressioni sono state decisamente fuori luogo e le abbiamo condannate sempre con fermezza, ma sappiamo distinguere cosa è veramente ingiurioso da quanto invece è provocatorio, frutto di un’esasperazione o stupidità. Poi i social trasformano tutto in un caso nazionale, ma se ragionassimo solo con il politicamente corretto non dovremmo nemmeno andare in onda 24 ore su 24″. 

Per lui, così come per l’autore Andrea Palazzo intervistato l’altro giorno, il Grande Fratello ha una vocazione verso il politicamente scorretto e va lasciato un certo margine di libertà ai concorrenti, senza inseguire le polemiche social:

La diretta non si può edulcorare né si può dare una visione della realtà diversa da quella che è. Nelle edizioni precedenti eravamo più rigorosi e inflessibili, e ci sono stati attriti e contrasti nel gruppo di lavoro”.

Ancora una volta il riferimento è a Fausto Leali, un’eliminazione già citata da lui quando entrò nella casa per ammonire i vipponi. Per lui quest’edizione è più “spregiudicata”. Ma quali sono i costi?

Alfonso Signorini e la frase contro l’aborto

A novembre il direttore di Chi, durante la diretta affermò:

“Noi siamo contrari all’aborto in ogni sua forma, anche quello dei cani”. 

Quell’uscita divenne un caso mediatico e fu condannata da più parti. Signorini sminuisce la gravità del fatto, ricordando che si riferiva alla cagna di Giucas Casella, e poi appellandosi al contesto “cialtrone”, ma fa una mezza ammissione:

Il noi è stato un errore se io avessi voluto coinvolgere Endemol o Mediaset, ma parlavo per me, non mi permetterei mai di esprimere opinioni a nome loro. Uso spesso il plurale maiestatis, non posso? Ammetto che sarebbe stato un errore se fosse stato un discorso serio in un contesto serio”.

Il caso Katia Ricciarelli

Katia Ricciarelli è stata una concorrente estremamente discussa e – quando si parla di questo GF VIP – non si può non citarla, così anche il conduttore che ammette di utilizzare le tecniche retoriche di Cicerone nella “Rhetorica ad Herennium” per condurre, la descrive così:

“Katia Ricciarelli dimostra che l’archetipo della nonnina di Cappuccetto Rosso non esiste: si associa l’idea della persona più che matura alla quintessenza della bontà e dell’accoglienza, ma lei è tutto fuorché buona e accogliente. Mi piace portare in scena queste contraddizioni”. 

Il vero significato del termine “vipponi” usato da Alfonso Signorini

Il pungente giornalista fa notare al conduttore che il termine con cui appella i suoi “vipponi” è simile a “pipponi”, così Signorini svela:

“È un’assonanza voluta. Ormai nel termine vip rientra chiunque, anche chi vip non è. Ma chi accetta di partecipare a questo tipo di programmi è accomunato da un ricorrente sentire: si prendono tutti tremendamente sul serio, non hanno il minimo senso dell’autoironia e dell’autocritica, ogni discorso gronda di retorica. Io invece penso che la leggerezza sia il segreto della vita“.

E su Sonia Bruganelli e Adriana Volpe sentenzia:

“Continueranno a non amarsi, è chiaro che a me faceva gioco ed era quello che speravo ardentemente accadesse”.